Quando il mare fa amicizia con la terra, tutto il resto è noia.
Basti pensare a quello che è accaduto il 12 giugno in quel di Pienza, dove il temporale delle otto non ha guastato la serata gemellata tra le Terre di Siena e Massa Marittima, un ritorno a casa di quel paese una volta sotto la Repubblica Senese.
Il tema della serata di Girogustando lo potremmo definire "quando Siena aveva il mare", senza rinunciare alla Cinta Senese e alla Chianina.
Così la brigata femminile capitanata da Silvana Franci, Dal Falco di Pienza con furore, ha battuto la tartare, spadellato ragù di cinta, scolato le tagliatelle riccioline e grigliato filetti di maiale e lardo.
Dall’altra parte una Grazia Ghilli, in splendida forma del San Cerbone di Massa Marittima, ha messo un polpo in bottiglia, ha svestito i ravioli, rendendoli “gnudi” di mare e fatti abbronzare in forno e non al sole, e riempito totani.
Una serata davvero insolita, dove in cucina hanno predominato per una volta le quote rosa, resa ancor più “sbrilluccicosa” da un artista, quel Francesco Baiocchi che è sceso in valle dalla vetta amiatina, per adempiere alla sua missione: decorare con arte il cucchiaione.

Vini divini a Pienza

 
Marcello Vagini è il Delagato Ais di Siena, e Silvana Franci, oltre ad essere Sommelier Professionista, è anche l’anima del Ristorante dal Falco a Pienza. Insieme per una sera, a Girogustando, hanno cercato di abbinare i vini di due territori confinanti, le Terre di Siena e la Maremma, a un menu non proprio facile,quello del ristorante dal Falco e del ristorante San Cerbone di Massa Marittima alternato da pietanze di mare e di terra, e alla fine il risultato è stato convincente.
Con la caratteristica territoriale dei vini, i due antipasti sono diventati un blend tra i due ristoranti, abbinato con un Sauvignon, il Gemella di Bindella. Ottima scelta quella di abbinare un vino aromatico a un piatto che andava a giocare con i profumi del polpo, della tartare e della panzanella.
Gnudi di mare e Vermentino di Moris Farm hanno giocato insieme come vecchi amici, mentre le tagliatelle al ragù di cinta senese si accompagnavano gioiosamente al Tribolo del Podere Albiano, Doc Orcia, un vino ben strutturato con l’acidità che andava a sgrassare.
Monteregio Sassabruna di Rocca Montemassi abbinato al filetto di cinta in due versioni, dove si è giocato sull'eleganza e la complessità.
Pesce e rosato: i totani ripieni e il Rosato dell’Azienda Gigoloccio, un vino costruito a base di Alicante dalle suggestive tonalità color buccia di cipolla che ben si completavano con le cromie del pesce.
Dulcis in fundo il Moscadello di Montalcino, perché anche chi non è Sommelier, deve ricordare che nell’abbinamento cibo-vino, il dolce, chiama dolce.

 

Commento di Stefania Pianigiani – blog La finestra di Stefania

 
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