Atipici, non convenzionali, innovativi quanto sostenibili: gli attesi protagonisti del terzo evento Girogustando per la primavera 2024, l’ultimo per le terre di Siena prima della pausa estiva. Due cuochi certo, Paolo Parisi e Alberto Cucciniello, ma non solo: anche due sous-chef (Dario Franceschini, Sylwia Prizel), un Cocktail Thinker (Matteo Cantagalli), un responsabile di sala (Iacopo Sordi). E infine, un winemaker: Michele Manelli, il fondatore di Salcheto, cantina biologica di Montepulciano di cui Indigeno Cucina terrestre è l’ultima creazione in ordine dil tempo. Qui tra i vigneti, sormontati dal suggestivo profilo della città poliziana, giovedì 6 giugno è arrivato Carter Oblio, un’insegna color ruggine nel quartiere Prati di Roma, dove con Alberto Cucciniello (già economista, convertito alla cucina passando per il Combat Zero e il Settembrini, da Torino alla Capitale) l’artigianalità abbraccia ogni fase delle lavorazioni e il fuoco è gran protagonista, per tener vivo il riverbero onesto del mondo rurale.

 

L’OSPITE: CARTER OBLIO

Design nordico, dove spiccano pietre ruvide e calore del legno, questa realtà di Via Gioacchino Belli è dal 2020 per molti romani (tra cui scrittori e registi). una location ambita quanto originale. L’artigianalità è il fil rouge di Ciro Cucciniello, dal cui anagramma nasce l’insegna Carter oblio. Lui cura personalmente la libreria, le playlist abbinate alle pietanze. E naturalmente, le pietanze stesse, spesso e volentieri forgiate nel fuoco o affumicate, con una stagionalità di ingredienti che spesso diventa quotidianità. E che in tempi più recenti è diventata anche la cifra per una carta dei Cocktails sempre più ricca, nei quali erbe ortaggi ed altri ‘scarti’ di lavorazione si fanno tratto distintivo. E saranno il miglior viatico per il confronto food & drink in programma il 6 giugno con Girogustando, a Salcheto.

 

L’OSPITANTE: INDIGENO CUCINA TERRESTRE

A Montepulciano, nei campi delimitati dal torrente Salcheto, nel 1984 nasce un’azienda vinicola con questo nome: da classica fattoria multi-colturale, nel tempo diventa una realtà vitivinicola di oltre 60 ettari di vigneti biologici che opera in una delle cantine più ecologicamente avanzate. E in anni più recenti estende la visione all’accoglienza in senso lato, ed alla ristorazione. Nel 2022, sopra le cantine nasce così Indigeno, la “cucina terrestre” di Salcheto, dove il proprietario Michele Manelli intende rilanciare una proposta che aiuti a tornare “con i piedi per terra”, e magari a non vergognarsi di scrivere in carta “pastasciutta”  o “tagliatelle”, come accadrà per Girogustando. Un’ambizione passata da personale a corale grazie a Paolo Parisi: “quello delle uova”, già allevatore di Cinta senese in un’oasi naturalistica di stampo familiare, poi anche di galline bianche livornesi alimentate con latte di capra. Ne nascono uova che, secondo gli Ambasciatori del Gusto (di cui Parisi è membro) “non ha mai odori sgradevoli, incorpora tre volte l’aria di un altro, è leggero, più saporito, dà elasticità agli impasti, rende di più, contiene meno acqua e talvolta ha un finale gustativo che ricorda la mandorla”.

 

GIOVEDI’ 6 GIUGNO: PROVA D’ORCHESTRA A 14 MANI

Parisi a Salcheto significa lavoro di squadra, in cucina e perfino al banco mixology. Con lui ad Indigeno creano gli chef Sylwia Prizel e Dario Franceschini, il direttore di sala Jacopo Sordi. E naturalmente Michele Manelli, che in veste di winemaker ha duettato il 6 giugno con Matteo Cantagalli (sommelier e direttore di sala al Carter Oblio) preparando cocktail con ingredienti di risulta da affiancare a vini da sogno. Tutti insieme, incluso Alberto Cucinello, hanno dato vita ad una inedita e avvincente prova d’orchestra enogastronomica, con un’affascinante ambizione: interpretare il suono della terra.

 

 

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